Paura del rifiuto e prostituzione relazionale
Una delle più frequenti sensazioni di chi soffre di disturbi d’ansia è la paura del rifiuto.
Essa può essere legata alla percezione:
- di non piacere
- di non essere accettati
- di non essere all’altezza
Solitamente, queste credenze conducono alla “profezia che si autoavvera“. In altre parole, credo di fallire e proprio questa convinzione mi porterà a far avverare gli effetti catastrofici che avevo profetizzato. Ovviamente, ciò conduce ad una autosvalutazione continua.
Così, molto spesso capita che chi ha paura di essere rifiutato assecondi tutte le richieste altrui, pur di avere un briciolo di considerazione e scampare al rifiuto.
Come si manifesta la paura del rifiuto
La paura del rifiuto si può manifestare in ogni tipo di relazione: sentimentale, familiare o amicale.
Può presentarsi come:
- difficoltà o impossibilità di dire di no
- accettare le decisioni altrui senza obiezioni
- difficoltà nel prendere decisioni senza l’approvazione altrui
- essere sempre a disposizione a discapito di sé stessi e dei propri impegni
Questi comportamenti portano a sviluppare 2 reazioni:
- negli altri, la consapevolezza di poterti sfruttare a proprio vantaggio per la tua infinita disponibilità
- in te stesso, un senso di impotenza appreso dato dalla mancanza di autostima e autoefficacia
Assecondare ogni necessità altrui conduce progressivamente ad alzare la posta in gioco fino a sentirti obbligato a dire di sì anche a richieste moralmente inaccettabili. E a quel punto hai “venduto l’anima al diavolo” e sarà sempre più difficile riuscire a dire no.
Perpetrando questo tipo di comportamento si giunge alla prostituzione relazionale.
Quali sono le conseguenze della prostituzione relazionale?
La prostituzione relazionale corrisponde ad essere amati per quello che si fa e non per quello che si è.
Infatti, essere incapaci a dire no porta inevitabilmente gli altri ad abituarsi ad essere sempre accontentati e a sentirsi in diritto di maltrattare la “prostituta relazionale” perché sanno già che tanto la prossima volta dirà comunque di sì.
Ovviamente, tutto ciò conduce ad instaurare relazioni tossiche perché costruite non sul piacere di stare insieme, ma sul bisogno strumentale altrui e sul bisogno affettivo tuo, innescando una spirale che si autoalimenta.
A causa di questo comportamento, la persona si abitua a fare solo quello che vogliono gli altri, perdendo di vista la sua identità personale. In altre parole, può arrivare al punto di non sapere ciò che gli piace e quali sono i progetti di vita che desidera realizzare.
Come uscire da questo circolo vizioso?
Spesso chi è vittima del meccanismo della prostituzione relazionale non ne è consapevole. Può capitare che arrivi in studio a causa di sintomi depressivi. In realtà, la depressione in questi casi è secondaria, ovvero è la conseguenza, non la causa del malessere.
Il terapeuta strategico ti condurrà ad identificare questi tuoi comportamenti disfunzionali, per poi costruire insieme a te un processo step by step per farti sperimentare piccoli successi quotidiani, mentre impari a dire i primi piccoli no.
È fondamentale partire da cose apparentemente insignificanti e banali, perché devono essere percepite come raggiungibili, ma al contempo stanno iniziando a modificare la percezione che hai di te e degli altri, aumentando fin da subito autostima ed autoefficacia.
A questo punto, sarà possibile orientarsi verso la realizzazione di quei progetti di vita che a lungo sono stati chiusi nel cassetto.
Solo così potrai ottenere il massimo risultato, con il minimo sforzo in tempi brevi.