La Terapia Breve Strategica è un approccio di psicoterapia focalizzato ad accompagnare la persona a risolvere un disagio psicologico in tempi rapidi (meno di 10 sedute).

Questo modello interviene su quei comportamenti, azioni o pensieri, che per il paziente sono disfunzionali. In altre parole, si identifica e si modifica ciò che la persona fa (o non fa) che la porta ad avere blocchi e a non “funzionare” in modo adeguato.

Le aree di intervento sono molteplici, da piccoli disagi emotivi a problemi di coppia alle psicopatologie più severe. Infatti, le casistiche (non psicopatologiche) che hanno le maggiori percentuali di successo sono le crisi di coppia, la gestione di relazioni tossiche, i problemi di comunicazione in famiglia e sul lavoro. Inoltre, la Terapia Breve Strategica è una best practice per disturbi d’ansia, disturbi ossessivo-compulsivi, disturbi alimentari e altre importanti forme di patologie psichiche e comportamentali.

La Terapia Breve Strategica ha sviluppato protocolli evoluti per sbloccare sia psicopatologie che persistono da anni sia difficoltà che ancora non si sono cronicizzate.

Ogni problema psicologico-emotivo ha una sua modalità di persistenza, che si può riassumere nel termine “tentata soluzione”. La tentata soluzione è un comportamento, azione o pensiero, che la persona mette in atto per risolvere il problema, ma che al contrario lo fa peggiorare. Per esempio, se ho paura di avere un attacco di panico in pubblico evito di andare a fare la spesa, ma questo evitamento porterà ad alimentare la paura, invece che diminuirla. 

Per scardinare le tentate soluzioni esistono innovative tecniche costruite ad hoc. Oltre a ciò, è possibile andare a creare soluzioni cucite su misura per le tipologie di persistenza particolari e meno comuni.

La flessibilità e l’elevata efficacia della Terapia Breve Strategica è data dal fatto che si interviene sul qui e ora (sul presente) e non sul passato che ormai è immodificabile. Ci si focalizza sul come si manifesta il problema e non sul perchè si è sviluppato. Inoltre, si lavora per la persona e con la persona, evitando di etichettarla come “malata”, ma andando insieme a modificare ciò che non funziona per trasformare limiti in risorse.

L’efficienza (raggiungere l’obiettivo nel minor tempo possibile) è garantita dai suggerimenti pratici che il paziente mette in atto tra una seduta e l’altra. Questa dinamica consente di sbloccare rapidamente situazioni cronicizzate da anni, perché il terapeuta capisce ancora meglio come funziona la persona nel quotidiano e quali sono i suoi concreti obiettivi di miglioramento. Contemporaneamente, permette di consolidare i risultati e renderli duraturi nel tempo.

Quindi, non si parte da categorie prestabilite a priori dove inserire il paziente malato, ma si va a costruire la soluzione ad hoc attraverso la persona e insieme alla persona.

Infine, questa sinergia tra terapeuta e paziente, lascia a quest’ultimo un aumentato senso di autostima e di autoefficacia, in quanto la persona è parte attiva del processo di cambiamento.