Se anche tu fai parte dei 10 milioni di italiani che hanno sofferto di attacchi di panico avrai certamente provato la (a dir poco!) sgradevole sensazione di smarrimento e disorientamento che tale esperienza provoca.
Ciò che sconcerta maggiormente è l’assenza di una causa che motivi l’esplosione di sintomi psico-fisici così invalidanti. Infatti, gli attacchi di panico possono manifestarsi in qualsiasi situazione, in compagnia o in solitudine.
In realtà il panico è una reazione naturale e addirittura funzionale, alla base della sopravvivenza e conseguente evoluzione delle specie. Il problema si palesa quando il panico si presenta inavvertitamente, invadendo la vita della persona.
Come si sente chi soffre di attacchi di panico? Cosa pensa?
- “Sto perdendo il controllo” dei pensieri e delle reazioni corporee, con vertigini e timore di svenire.
- “Sto per morire” spesso di un attacco di cuore, a causa del senso di soffocamento e di oppressione al petto.
- “Sto per impazzire”, quando invece accade tutto l’opposto: chi vive l’attacco di panico non perde il contatto con la realtà, anzi ne è eccessivamente connesso.
La principale “tentata soluzione” istintiva per bloccare il panico
Se hai provato l’attacco di panico, nel momento esatto in cui si è scatenato, istintivamente, avrai tentato di concentrare tutta la tua attenzione sul recupero della tua mente e del tuo corpo. Ma più intensificavi gli sforzi per riprendere il potere su te stesso meno ci riuscivi. Innescando una spirale infinita: “più cerco di controllare più perdo il controllo, ma più perdo il controllo e più mi impegno a riconquistarlo, e così via”.
Soluzioni che funzionano, perché intervengono sulle “tentate soluzioni”
Oltre a quella sopra descritta, ci sono altre “tentate soluzioni” che vengono puntualmente messe in atto, ma che, invece di risolvere il problema, lo mantengono e lo alimentano. Per esempio, l’evitamento del luogo dove è avvenuto un precedente attacco di panico. Oppure la richiesta di aiuto e di sostegno da parte di amici e familiari, come farsi accompagnare o addirittura farsi sostituire. Infine, il parlare continuamente del disagio vissuto.
La Terapia Breve Strategica funziona nel 95% dei casi dei disturbi d’ansia proprio perché va ad agire in maniera focale su quei tentativi fallimentari che la persona mette in pratica senza successo. Così facendo, lo psicoterapeuta strategico attua un intervento mirato sulle caratteristiche della persona. Inoltre, riduce notevolmente il numero delle sedute, garantendo lo sblocco entro 7 incontri.
Aveva una strana sensazione alla bocca dello stomaco,
come quando si sta nuotando
e si vuole mettere i piedi su qualcosa di solido,
ma l’acqua è più profonda di quanto si pensi e non c’è niente là sotto.
J. Gregson
Letture consigliate:
La terapia degli attacchi di panico, G. Nardone, 2016, Ponte alle Grazie Ed.
Non c’è notte che non veda il giorno, G. Nardone, 2003, Ponte alle Grazie Ed.