Molto spesso i miei pazienti si presentano affermando di soffrire di attacchi di panico, anche se dopo poche domande mi appare chiaro che il loro problema derivi da altro, come l’angoscia.
La confusione tra definizione di ansia, attacchi di panico o angoscia, è dovuta all’immensa mole di informazioni rintracciabili su internet. La questione fondamentale è che una valutazione approssimativa dei sintomi con relativa errata diagnosi può portare a gravi conseguenze, in quanto il processo terapeutico è totalmente differente tra le varie problematiche.
Facciamo chiarezza tra paura, ansia, attacchi di panico e angoscia
PAURA
La paura è una delle sensazioni di base innate. Per questo motivo è necessaria per gli esseri umani in quanto serve a gestire situazioni minacciose e ad adattarsi ad esse in maniera funzionale.
La paura attiva risposte fisiologiche immediate, nell’ordine dei millesimi di secondo, tra cui l’aumento del battito cardiaco, del ritmo respiratorio e del livello di attenzione. Queste reazioni ci consentono di rispondere prontamente ad un pericolo attraverso la lotta o la fuga (“Fight or flight response”, Cannon).
ANSIA
L’ansia è la naturale evoluzione della paura, ovvero, quando l’insieme delle attivazioni date dalla paura si mantiene per un tempo più prolungato. Pertanto, l’ansia non è una reazione patologica, ma la naturale risposta ad una minaccia.
ATTACCHI DI PANICO
L’ansia è patologica solo quando diventa invalidante e si trasforma in attacco di panico. Se l’ansia supera un certo livello causa un sorta di tilt psicofisiologico. È per questo che, chi ha provato l’attacco di panico anche solo una volta, vive l’ansia “normale” come patologica. Quindi, arriva la sensazione di ansia, che viene letta come preludio dell’attacco di panico, ma proprio questa errata interpretazione fa scatenare il panico stesso.
Quali sono i 3 sintomi tipici dell’attacco di panico:
- evitamento delle situazioni che causano panico
- tentativo di controllo dei sintomi fisici (battito cardiaco, respirazione, etc.) e dei pensieri
- chiedere aiuto e rassicurazione agli altri
ANGOSCIA
Essere angosciato è diverso da essere ansioso.
Infatti, come descritto in precedenza, l’ansia deriva da un’attivazione di risposte psico-fisiologiche che sarebbero di per sé positive. Provo paura per qualche istante, che se si prolunga si trasforma in ansia (necessaria per affrontare al meglio la minaccia), che, solo se mal gestita, può diventare patologica evolvendo in attacco di panico.
Al contrario, l’angoscia non è mai qualcosa di buono o positivo, perché è uno stato di disagio costante, di pessimismo esistenziale.
Quali sono i sintomi tipici dell’angoscia:
- aspettativa negativa rispetto al futuro
- senso di oppressione nell’attesa che questo futuro infausto si realizzi
- convinzione che le cose andranno di male in peggio senza margine di soluzione
- conseguente percezione di impotenza che può condurre a crisi depressive
Una condizione che crea spesso angoscia, è quella per cui, dopo aver sbagliato a prendere una decisione, sei di nuovo costretto a fare una scelta in quel preciso ambito. Pertanto, a causa del fallimento precedente, non ti senti all’altezza e parti sconfitto ancor prima di iniziare qualsiasi tipo di processo decisionale.
Soluzioni parallele ma specifiche per attacchi di panico o angoscia
Che si tratti di attacchi di panico o angoscia, la soluzione efficace non sarà di certo il tentativo di sedare le risposte fisiologiche, che può avere addirittura l’effetto collaterale di inibire le risorse interne. Al contrario, la risoluzione può essere ottenuta in tempi rapidi attraverso il cambiamento delle percezioni che la persona ha della realtà, a livello di consapevolezza operativa.
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Pertanto, il consiglio è sicuramente quello di evitare le valutazioni e tantomeno le cure “fai da te”. È fondamentale affidarsi ad uno psicoterapeuta che sappia eseguire una corretta diagnosi e svolgere un efficace trattamento. Ad oggi è possibile anche scegliere tra terapia di persona oppure online. Nel caso della Terapia Breve Strategica, per esempio, andando ad intervenire sul processo che mantiene e alimenta il problema, l’efficacia del trattamento da remoto è la medesima dei percorsi svolti in studio “face to face”.
Un bene fatto male è peggiore del male stesso
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